Qualche giorno dopo la lettura di questo articolo (circa un anno fa), capito a Bagnoregio e decido di vedere questo vecchio. Per andare a Civitella si scende verso lo speco di San Bonaventura, che domina, dal ciglio del paese, una vallata stupenda, mangiata dal vento e dalle acque. Là in mezzo, alta sul suo precario acrocoro, è Civitella: si tiene in equilibrio. Per arrivarci, una strada che finisce in un viadotto. Due arcate sono già cadute: un ponte di fortuna permette un cauto passaggio. Sostando sul ponte ci si fa un’idea dell’erosione del vento, agevolata dal disboscamento e dalla natura cretacea del suolo. […] Arrivo a Civitella che è mezzogiorno. Le prime case del villaggio sono crollate, una di esse scopre già, nella cantina, un antico tempio. Solitudine, pensieri che si accompagnano generalmente a questi spettacoli. Proseguo, sono nella strada principale del paese ed ecco mi raggiunge un allegro vociare di ragazzi. […] Arrivo in piazza, visito la chiesa, ammiro il campanile. Sulla piazza passa gente calma e distratta che, come ogni giorno, si reca a casa per il pranzo. Quattro muratori stanno innalzando un’impalcatura sulla facciata di un palazzotto settecentesco.