Pennacchi, Antonio (1950-)

Codice
LT_0012
provincia
Latina
comune
Cisterna di Latina
nazione_autore
Italia
secolo
XX-XXI
luogo_citato
Cisterna di Latina, paludi Pontine
genere
Romanzo
coordinate
41.591269, 12.829159
fonte_bibliografica
Antonio Pennacchi, Canale Mussolini, MIlano: Mondadori, 2013, p. 126-127.

citazione

«Le Pontine?» ha fatto zio Pericle terrorizzato, perché lui da militare le Pontine le aveva viste - pure se da fuori, da lontano - da Cisterna. E già lì si tastavano le foreste impenetrabili, gli stagni, gli acquitrini e la gente con l’addome gonfio come un pallone - anche ragazzi di quindici anni, a cui la malaria già gonfiava il fegato come panzarotti - oltre ai morti buttati sulle strade e in mezzo ai fossi. E in quelle foreste impenetrabili i banditi di cui raccontavano i cisternesi, gente che aveva ammazzato al suo paese - o anche a Roma - e si veniva a rifugiare qua, perché qua nessuno veniva più a cercarli. Arrivavano nelle Pontine ed era zona franca, salvo poi vedersela con la malaria o anche tra loro - perché solo lei o loro ci potevano entrare, non certo i carabinieri o i parenti delle vittime in cerca di vendetta - e se tu passavi di là, dicevano i cisternesi, i banditi t’assalivano. Certe volte uscivano sulle strade - sulla consolare, e fino a Cisterna, a Terracina - e assalivano i viandanti, la corriera, la diligenza: «O la borsa o la vita». Le Paludi Pontine erano terra di morte.
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