Pesci, Ugo (1842-1908)

Codice
RM_0335
provincia
Roma
comune
Bracciano
nazione_autore
Italia
secolo
XIX-XX
luogo_citato
Castello Odescalchi
genere
Diario
coordinate
42.104381, 12.177946
fonte_bibliografica
Ugo Pesci, Come siamo entrati in Roma, prefazione di Giosuè Carducci, Firenze, Parenti editore, 1956, p. 60-61.

citazione

Avevamo fatto conoscenza col generale: conoscevamo alcuni degli altri. Non avevano laute imbandigioni neppur loro: ma grande abbondanza di spaghetti conditi alla meglio. L’Arrivabene considerava con filosofica indifferenza quel ben di Dio: io, passando e ripassando davanti alla porta d’una specie di rimessa dove erano le mense – giacché cercavo nel passeggiare un mezzo per ingannar l’appetito – mi sentivo venir l’acquolina in bocca. […] Sedetti e… divorai. Se non che, pochi minuti dopo, un gran rumore ci fece alzare tutti da tavola e correr fuori. Arrivava il principe Baldassarre Odescalchi – volgarmente Balduccio – accompagnato da alcuni amici e dai notabili di Bracciano e de’ paesi del lago omonimo, in cinque carrozza. […] Il principe Odescalchi […] era stato infelice autore d’una Imelda dei Lambertazzi, fischiata […]. Rientrato allora nel suo feudo, diremo così, di Bracciano, un antico feudo di casa Orsini, veniva a presentare al generale Cadorna i voti di quindici comuni che chiedevano di essere aggregati al regno d’Italia. Credo che il generale Cadorna accettasse il voto con le dovute riserve: noi non ne facemmo alcuna quando il principe c’invitò gentilmente a passar la notte nel suo castello. Era un po’ lontano: ma l’idea di dormire forse in una delle camere d’Isabella Orsini, dopo tre giorni di vita semi-barbaramente vissuta, di mangiare una cena servita dal cuoco d’un principe romano, avrebbe fatta parer breve qualunque distanza. Le carrozze erano pronte e partimmo. Incontrammo in varii punti, lungo la strada, gruppi d’uomini a cavallo che si mettevano di scorta alle carrozze gridando «viva l’Italia».
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