Epistola a Giulio Floro, Libro II, 2, in: Q. Orazio Flacco, Le opere, a cura di Mario Ramous, Milano, Garzanti, 1988, p. 785.
citazione
Ma a parte tutto credi veramente che io possa scrivere versi a Roma in mezzo a tanti pensieri, a tanti disagi? Uno mi chiama a testimonio, l’altro pretende che lasci gli affari per ascoltare le sue recite; il primo se ne sta al Quirinale, il secondo laggiù in fondo all’Aventino, e devi far visita a tutti e due: pensa se sono distanze accettabili. «Ma vi sono pure tratti spaziosi, dove niente impedisce di pensare». E anche capomastri trafelati che trafficano con muli e facchini, macchine che sollevano macigni e travi immense, un funerale che a fatica si fa strada in lacrime fra quei carri pesanti, una cagna arrabbiata che fugge da un lato, una scrofa immonda che ti assale dall’altro: avanti, provati a ordire versi armoniosi…