Bergeret De Grancourt, Pierre-Jacques O. (1715-1785)

Codice
RM_0339
provincia
Roma
comune
Roma
nazione_autore
Francia
secolo
XVIII
luogo_citato
Teatro Argentina
genere
Diario di viaggio
coordinate
41.895527, 12.476190
fonte_bibliografica
Bergeret De Grancourt, I tesori di Roma, Napoli, Guida, 1995, p. 55-57.

citazione

Non s’è parlato d’altro che dell’apertura degli spettacoli, oggi, e del grande teatro dell’Argentina. Le donne sono occupate a discutere della quantità di gioielli che metteranno. In proposito, si parla di somme immense che vengono spese per questi diamanti, che molte donne hanno in abbondanza; somme di quattro o cinquecentomila franchi addirittura. Niente è più difficile che avere dei palchi per questa “prima”. Per buona ventura, ho trovato il signor de Breteuil, ambasciatore di Malta, che mi ha offerto il suo, insistendo molto, e con la massima cortesia. L’ho molto ringraziato, e ho potuto vedere l’opera proprio a mio agio. Ecco dunque questa famosa opera italiana, e queste sale così belle che sono tanto elogiate, se si può definire bella una sala immensa, grande il doppio della nostra Opéra di Parigi, quasi circolare, con sette file di palchi, senza nessun abbellimento, e senza che ci sia nessuna distinzione fra i palchi di prima fila e quelli di seconda, e così di seguito salendo. Non c’è anfiteatro, la platea l’occupa e, in questa platea, si è seduti su dei banchi, ogni posto dei quali è opportunamente numerato. L’orchestra è schierata come quelle della commedia italiana, con due file di violini, una delle quali volge le spalle al pubblico. Al centro del soffitto c’è un enorme lampadario, dotato di dodici fiaccole di cera che illuminano perfettamente il palcoscenico, ma che si ritira su non appena lo spettacolo comincia; allora tutta la sala è nell’oscurità, e solo dal palcoscenico arriva qualche chiarore. In occasione della “prima”, ognuno decora il suo palco, soprattutto quelli degli ambasciatori, dei grandi della città. Essi sono tappezzati in oro, secondo la volontà di ciascuno, e soltanto in quelli degli ambasciatori si permette che ci sia qualche candela accesa, sospesa a delle braccia di metallo, di fronte a grandi specchi. […] Ho detto dunque che la bellezza del teatro, senza alcun ornamento dalla parte dei palchi, consiste nell’essere molto ampio. Ci si può chiedere se questa è davvero una bellezza. Ci vorrebbe almeno un degno ingresso, ma quello che c’è somiglia piuttosto all’ingresso di un fienile. Vi sono poi dei piccoli corridoi molto stretti e dei palchi piccolissimi, in cui seggono fino a sei persone. Ed ora lo spettacolo: […].
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