Albinati, Edoardo (1956-)

Codice
RM_0003
provincia
Roma
comune
Roma
nazione_autore
Italia
secolo
XX-XXI
luogo_citato
Via del Mandrione
genere
Racconto
coordinate
41.875961, 12.537274
fonte_bibliografica
Edoardo Albinati, Mandrione, in: Giuseppe Cerasa (a cura di), La città fuori le mura: Roma come non l’avete mai vista, Roma, Gruppo Editoriale L’Espresso, 2005, p. 173-175.

citazione

Mandrione è prima di tutto un nome. Praticamente nessuno a Roma che non sia un archeologo o un carrozziere o un pappa o un impiegato della Banca d’Italia (vedremo poi perché) ha una percezione chiara di questo luogo, ma il nome sì, il nome produce una strana eco e uno si ricorda di esserci stato, magari una notte, in un tour avventuroso… I falò delle prostitute, le grandi sagome buie degli acquedotti che si accavallano l’uno sull’altro, i treni che ti sfrecciano sotto i piedi… Pasolini, il cinema… gli zingari… […]. Il Mandrione era famoso, anzi mitico per la baraccopoli. E per gli zingari per lo più Rom abruzzesi che vennero ad abitarci tra le due guerre. Fu materia di varie indagine sociologiche, tra cui una bellissima ricerca di Franco Pinna che ci tornò a fotografare nel 1956 e nel 1968. […] ancora quand’ero ragazzo io e ci passavo col vespino per le trasferte calcistiche o musicali, me lo ricordo come un posto brulicante. Ora è quasi deserto. […] Ora siamo nella zona più misteriosa del Mandrione. Il piano stradale si alza per cui le arcate si fanno basse, nane. Molte all’interno sono piastrellate, intonacate, dalle tamponature sbucano ancora gli attacchi dei cessi divelti, dei lavandini. Altre sono sbarrate da reti e ondulati metallici. Qui ci abitava un sacco di gente.
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